Recensione: Cardinal – Quaranta modi per dire dolore di Giles Blunt




TRAMA

Ad Algonquin Bay, tranquilla cittadina vicino a Toronto, la neve dell'inverno ha ricoperto ogni cosa. Anche il corpo mutilato della tredicenne Katie Pine, che viene ritrovato in una miniera abbandonata, completamente congelato in un blocco di ghiaccio. La ragazzina era scomparsa mesi prima, ma tutti erano convinti che fosse semplicemente scappata da casa, come spesso succede agli adolescenti. Tutti tranne il detective John Cardinal: soltanto lui non si era dato per vinto e aveva continuato a indagare, nonostante il parere contrario dei suoi superiori. Che alla fine lo avevano allontanato dalla squadra Omicidi. Ora, però, è a John che viene affidato nuovamente il caso, anche se questa volta non è solo. Ad affiancarlo c'è la bella e brava Lise Delorme, poliziotta giovane e ambiziosa che si è fatta notare nel settore delle Indagini speciali. John capisce subito di essere sotto osservazione, ma è ben deciso a non lasciarsi fermare, questa volta. Anche perché, a quello di Katie, presto si aggiungono altri cadaveri, ed è chiaro che gli omicidi sono opera di un serial killer. Quando viene rapito l'ennesimo ragazzo, John e Lise devono correre contro il tempo per salvargli la vita, e solo l'esperienza, il coraggio e la determinazione di John Cardinal potranno portarli alla soluzione.


RECENSIONE

“Si dice che gli eschimesi conoscano quaranta parole per indicare la neve. Chi se ne importa della neve, pensò Cardinal in quel momento; quello che serve davvero alla gente sono quaranta modi per dire dolore. Sofferenza. Crepacuore. Desolazione. Non erano sufficienti, non per quella madre rimasta senza figli in una casa vuota.”

Questo cupo thriller ambientato nelle fredde terre del Canada, più precisamente ad Algonquin Bay,  narra le vicende di John Cardinal- detective della squadra omicidi- che viene inviato con la sua squadra a risolvere un caso drammaticamente difficile: il ritrovamento di una ragazzina congelata in un blocco di ghiaccio.La ragazzina, poco più di 12 anni, secondo i molti colleghi di Cardinal (compreso il suo superiore), era semplicemente scomparsa da casa come succede a molti adolescenti in perenne conflitto coi genitori e in un età alquanto complicata.

L’unico a credere che sotto ci sia di più è proprio Cardinal e questa sua ostinazione lo porterà, col passare del tempo, a farlo regredire all’interno del corpo di polizia. Almeno fino al ritrovamento della bambina. Da lì, la musica cambia e la spinosa faccenda viene riaffidata a Cardinal e il ritrovamento- poco tempo dopo- di un altro ragazzo non fa che avvalorare la sua tesi, ovvero, che ci sia un killer seriale e non si tratti solo di banali fughe adolescenziali.


Verrà affiancato in queste indagini dalla avvenente Lise Delorme, una detective specializzata nelle indagini speciali. Lise però non è affatto contenta di essere affidata alla squadra omicidi, anche perché si sta occupando di un’indagine particolare che coinvolge proprio Cardinal.

Col passare del tempo, l’intelligenza reciproca, il buonsenso e  il lavoro di coppia farà si che il duo si impegni a fondo per risolvere il caso in un crescendo di emozioni che vi farà divorare il libro in pochissimi giorni. 

In questo romanzo di Blunt, come nelle puntate del telefilm “ Colombo” con Peter Falk, dopo appena 100 pagine veniamo a conoscenza del killer o killer seriali o meno, della loro vita, delle loro abitudini e il perché degli omicidi.  Il bello sta nello scoprire come i due detective riescano ad arrivare alla soluzione del caso, le loro intricate indagini.

La storia raccontata in queste pagine ci mostra “buoni” che poi proprio così buoni non sono, anzi, e cattivi che invece cattivi lo sono, e di che tinta, coi loro atteggiamenti psicopatici fanno davvero paura e riflettere sul fatto che, chiunque e per qualunque motivo all’apparenza banale, potrebbe nascondere la sua vera natura malata e risultare come un individuo normale. Il serial killer è sempre una persona al di sopra di ogni sospetto.

Un buon thriller che non tralascia belle pagine dedicate ai sentimenti che siano rabbia, delusione e amore davvero molto intense, come  quelle su John Cardinal e la sua famiglia:  la figlia Kelly appena entrata in una delle università più rinomate e che quindi se ne va di casa, ma soprattutto  le più commoventi sono quelle dove si rapporta con la moglie adorata Catherine che entra e esce dalle cliniche per una grave forma di depressione.

“Catherine era la sua California, era il sole, il vino e l’oceano azzurro… ma c’era una vena di follia che serpeggiava dentro di lei come una linea di faglia.” 

Concludo ricordando che sul canale satellitare LAEFFE, dal 20 novembre, va in onda la prima stagione della serie televisiva “Cardinal – quaranta modi per dire dolore”, ovviamente tratta dal romanzo di Giles Blunt. 

VALUTAZIONE



Federico

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