Recensione: Scolpitelo nel vostro cuore di Liliana Segre


TRAMA

"La memoria di Liliana Segre cerca il suo approdo nel presente. Le sue parole lo svelano: racconta di se stessa in guerra come una profuga, una clandestina, una rifugiata, una schiava lavoratrice. Usa espressioni della nostra contemporaneità affinché la testimonianza del passato sia un ponte per parlare dell'oggi. Qui e ora. E, interrogando il presente, Liliana indica quel futuro che solo i ragazzi in ascolto potranno, senza indifferenza e senza odio, disegnare, inventare, affermare." (dall'Introduzione di Daniela Palumbo).

RECENSIONE

Questo libro non è un semplice romanzo, né un racconto di ciò che è stato. Io lo definirei piuttosto un dono, un vero e proprio regalo che una grande donna come Liliana Segre fa a tutti noi. Perché tra quelle pagine, così ricche di emozioni, sentimenti e ricordi, ci sono anche quelle indicazioni, quelle chiavi di lettura che aiutano noi ma soprattutto i più giovani ad osservare il presente con più consapevolezza e creare un futuro migliore. Lei stessa ce lo dice:

"Salvarli dall’oblio non significa soltanto onorare un debito storico verso quei nostri concittadini di allora, ma anche aiutare gli italiani di oggi a respingere la tentazione dell’indifferenza verso le ingiustizie e le sofferenze che ci circondano. A non anestetizzare le coscienze, a essere più vigili, più avvertiti della responsabilità che ciascuno ha verso gli altri."

Liliana con la sua capacità innata di arrivare al cuore delle persone, sempre con grande dignità, ci racconta così in questo piccolo ma grande libricino come la sua vita di bambina spensierata fu interrotta di colpo senza un reale motivo. Come dice lei stessa “ Solo poi, negli anni, compresi che la mia colpa era stata quella di essere nata.” Mi ha colpito molto il fatto che non indichi come unici aguzzini i Tedeschi ed il loro razzismo ma punti il dito contro gli indifferenti, coloro che sparirono dalla sua vita, chi di fronte alla sofferenza altrui preferiva girare la testa dall’ altra parte. E non è forse questo un male che purtroppo affligge ancora la nostra società?

"L’indifferenza. A volte, quasi sempre, è più grave della violenza. È pesantissima, gravissima. Fa male. L’ indifferenza è complice."

Non starò qui a raccontarvi nel dettaglio il dolore che ha attraversato Liliana, quello che voglio sottolineare è come molti argomenti che tocca, sebbene siano passati anni, sono fortemente attuali. Anche lei infatti è stata una clandestina, una richiedente asilo, tutto ciò che chiedeva era di vivere ma è stata respinta e rimandata indietro ad un destino di morte e miseria.


Attraverso le sue parole sembra quasi di sentire su di noi la paura, le percosse, la fame, la disperazione indicibile e l’amore immenso di un padre che non può fare niente per salvaguardare la figlia dall’odio e dal male. Ed è stato proprio l’amore del padre a far sì che Liliana scegliesse la vita, combattesse per sopravvivere. L’amore verso il prossimo è la cosa più potente che ci sia. Ed è l’amore che Liliana vuole trasmettere attraverso la sua testimonianza: l’amore per la vita.
Un libro dunque profondo, commovente da tenere vicino perché dobbiamo sempre ricordarci di combattere l’odio.

VALUTAZIONE


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