Recensione: So che ci rivedremo presto di Kristin Harmel


TRAMA

Emily è ferma davanti alla tela e non può fare a meno di fissarla. Quando le è stato recapitato il pacco, proveniente da una galleria d’arte tedesca, dapprima ha pensato a un errore. Poi lo ha aperto e, negli occhi della donna ritratta, ha riconosciuto la persona che l’ha cresciuta e che ora le manca più che mai, sua nonna. Ora che intorno a lei il lavoro, l’amore e la vita vanno a rotoli. Non ha idea di chi possa averle mandato il quadro, né tantomeno chi sia l’autore della dedica scritta a mano. Poche semplici parole che esprimono un sentimento profondo. Sicuramente non suo nonno, che ha abbandonato la famiglia senza più dare notizie. Mille domande affollano la mente di Emily, che decide di indagare. Deve andare in Germania per capire cosa leghi quel paese a sua nonna. Passo dopo passo, quei luoghi le raccontano di un passato segreto e sconosciuto. Le raccontano delle sue radici in modo inaspettato, quasi inaccettabile. Per Emily la seconda guerra mondiale era stata sino ad allora solo un capitolo di storia da studiare a scuola. Ora invece scopre che è parte della sua famiglia. Scopre che quel periodo buio ha fatto da sfondo a un grande e impossibile amore. È arrivato il tempo per Emily di ricostruire le proprie origini e venire a patti con le scelte che ha fatto, con la rinuncia che le brucia nel cuore. Perché oggi, come ieri, bisogna avere il coraggio di credere nei propri desideri, di dire la verità anche se fa male, di dare spazio al possibile

RECENSIONE

Dopo le lacrime versate sulle pagine di “Farò di tutto per tornare da te”, non potevo lasciarmi sfuggire il piacere di leggere il nuovo romanzo di Kristin Harmel. Anche se, come nel romanzo precedente, il tema principale è la Seconda Guerra Mondiale, in questo caso l’autrice ci fa conoscere una realtà sconosciuta ai più, una realtà a cui spesso non pensiamo: la vita e il destino di prigionia in America di quei ragazzi tedeschi ma non nazisti, che si erano ritrovati con un fucile in mano solo perché di età giusta, non perché simpatizzassero con le idee allucinanti di Hitler. Trovo la capacità della Harmel, di riuscire a cogliere sempre nuovi punti di vista su un argomento come l’Olocausto, veramente incredibile e importante per farci avere sempre un quadro completo. Uno degli insegnamenti importanti di questo romanzo, infatti è quello di non farsi guidare dai pregiudizi e non fare MAI di tutta un’erba un fascio.

Metterà in pratica questo nobile pensiero la nonna della protagonista, Margaret, che in quegli anni lavorando nei campi, dove venivano portati a lavorare anche i prigionieri di guerra, li conosce in prima persona, e non si fa fermare dalle voci, da chi le dice di stare lontana da quegli assassini. Quando conosce Peter, lei vede solo un uomo che ricambia il suo amore con tutto il cuore e che desidera costruire una nuova vita con lei.

“Lei guardava sotto la superficie delle cose, mentre il resto del mondo pensava solo a giudicare. E questo le ha reso la vita difficile…”

Ma qualcosa o qualcuno ha diviso questi due giovani innamorati, tant'è che la nipote Emily inizierà a scoprire alcune verità sulla vita della nonna solo dopo la sua morte, quando riceverà un quadro che la ritrae da giovane in un campo di canna da zucchero. Da quel momento Emily deciderà di scoprire di più sulla nonna ma anche su questo nonno che non ha mai conosciuto e che sembrava l’avesse abbandonata mentre lei era incinta. Ma è andata veramente così? O forse sono stati proprio quei pregiudizi, di cui vi parlavo prima, ad averli divisi?

“Tu mi hai dato le ali, e un giorno le userò per volare via con te.”

In un viaggio che dall’America la porterà a Monaco, Emily verrà a conoscenza di un amore ostacolato dalla Storia, di sofferenze ma anche di coraggio e nel frattempo ritroverà anche sé stessa.

Con un finale inaspettato e che vi farà commuovere, questo romanzo vi rimarrà nel cuore e vi mostrerà come l’amore, quello vero, possa resistere sempre, al di là dell’impossibile.

“Anche amare qualcuno da lontano era qualcosa di potente.”

VALUTAZIONE


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