Recensione: La trasparenza del camaleonte di Anita Pulvirenti
TRAMA
Carminia non riesce a guardare nessuno negli occhi. Vorrebbe che non le rivolgessero mai la parola, nemmeno per augurarle buongiorno. Il minimo ritardo la infastidisce, un quadro storto la infastidisce. Ha un menu fisso per ciascun giorno della settimana, un ordine preciso per vestirsi ogni mattina, un modo corretto con cui la carta igienica deve scorrere sul portarotolo, e diciotto copie del suo libro preferito in soggiorno, su uno scaffale. Rifugge qualsiasi rumore o semplice contatto umano. La verità è che le persone sono d’intralcio alla sua esistenza. Carminia ha la trasparenza del camaleonte, la stessa capacità di adattarsi alle situazioni in cui si trova e, in quelle, sparire. Eppure soffre per tutto ciò che non le riesce, la disturba, non le viene naturale: ha la sindrome di Asperger, ma ancora non lo sa. È solo quando finalmente le viene diagnosticata, e la madre sembra riemergere da un’infanzia ormai lontanissima, che il suo mondo di ordine e routine comincia a vacillare. Insieme a Rebecca, una bambina impertinente e linguacciuta, Carminia si troverà allora a dover fare i conti con se stessa, con il suo modo di abitare il mondo e con ciò che significa, alla fin fine, normalità.
RECENSIONE
“La trasparenza del camaleonte” ha un pregio notevole: quello di riuscire a trasportarci nella mente e conseguenti meccanismi, della protagonista Carminia. Una donna che non ha nulla di ordinario, sicuramente un personaggio atipico: non è cosa quotidiana leggere un romanzo retto da una persona affetta dalla Sindrome di Asperger. L’autrice ripetendo nei vari capitoli le azioni abitudinarie di Carminia ci trasmetterà la sua sofferenza, le sue paure, il suo stato depressivo. Carminia infatti, non sa di soffrire di autismo, nessuno dei dottori che ha incontrato nei suoi 40 anni di vita glielo ha diagnosticato, e quindi crede di essere lei il problema se non riesce ad interagire, se si sente fuori posto, se preferisce la solitudine. Si sente in colpa per ciò che è. Scoprire infine che lei è nata così, che è l’Asperger che le fa fare certe cose, la libera dal peso che l’ha schiacciata tutta la vita: quello di farsi accettare, di omologarsi.
“Non può fare a meno di sentirsi imperfetta, come un buco nero in mezzo a tanti muri bianchi.”
La novità assoluta di questo romanzo è che dopo tanti personaggi famosi autistici al maschile, come dimenticare Forrest Gump o Rain Man, abbiamo una donna affetta da questa patologia e ho scoperto molte cose al riguardo.
“Certo che starei meglio se esistesse un mondo tutto per me, un mondo fatto di silenzi, senza convenzioni sociali, senza regole odiose a cui sottostare, senza ipocrisie a cui obbedire.”
Beh, in fondo quello che desidera Carminia non è poi così lontano da tutto quello che desideriamo noi “neurotipici”: avere la libertà di essere noi stessi ed essere circondati da persone vere, reali senza maschere.
Un grande esordio per Anita Pulvirenti, un libro, che chi conosce la sindrome o ne vuole semplicemente sapere di più, non può perdere. Un finale però che mi ha lasciato su alcuni punti perplessa e una mancanza di virgolettato per segnalare il discorso diretto che mi ha infastidita, nonostante sia un escamotage, mi hanno resa indecisa sul voto finale.
VALUTAZIONE
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