Recensione: Figli di virtù e vendetta di Tomi Adeyemi



TRAMA

Dopo aver combattuto contro l'impossibile, Zélie e Amari sono finalmente riuscite a far rivivere la magia a Orïsha. Ma il rituale per risvegliarla si è rivelato più forte di quanto avrebbero potuto immaginare, e ha riportato alla luce non solo i poteri dei maji, ma anche quelli dei nobili che avevano della magia nel loro sangue. Ora Zélie deve lottare per unire i maji in una terra dove il nemico è potente quanto loro. Quando reali ed esercito stringono una mortale alleanza, Zélie deve tornare a combattere per assicurare ad Amari il trono e per proteggere i nuovi maji dall'ira della monarchia. Ma con la minaccia di una guerra civile all'orizzonte, Zélie si trova a un punto critico: dovrà trovare un modo per riunire il regno oppure lasciare che Orïsha venga distrutta da se stessa.


RECENSIONE 


"Se le ultime lune mi hanno insegnato qualcosa, è proprio che sono capace di grandi cose. So di poter essere migliore. Scelgo di essere migliore."


Il libro "Figli di virtù e vendetta" riparte dalla vicenda finale di "Figli di sangue e ossa", ovvero, dalla morte del terribile re Saran e da Zelie e la principessa Amari che, fra mille difficoltà, riescono a riportare la magia al popolo di Orisha.
Ma questo grande evento non ha risvegliato solo la magia dei numerosi clan dei Maji, ha riportato in vita anche il fuoco che era sopito in ogni nobile e in ogni membro della monarchia.
Quest'ultima, col supporto dell'esercito, e con la consapevolezza della nuova forza acquisita, cercherà di annientare in modo definitivo i Maji e le loro corporazioni.
Nel contempo, Zelie cercherà di porre Amari considerandola una degna monarca.
Questa contrapposizione di forze, il popolo che cerca di ribellarsi ad una monarchia tirannica opprimente, e la stessa che vuole, invece, lo sterminio totale dei ribelli, porterà a scontri violentissimi, la magia su entrambi i fronti creerà situazioni affascinanti ma altrettanto terribili. 
Un crescendo di colori, sensazioni, momenti, se vogliamo, anche brutali nella loro spettacolare drammaticità.
La narrazione della Adeyemi farà letteralmente esplodere la vostra immaginazione.
Malgrado tutti gli sforzi, seppur poco diplomatici, per evitare una distruttiva guerra civile per Orisha, Zelie, Amari e i Maji troveranno a fronteggiarli un nemico spietato e privo di empatia: la regina Nehanda, vedova del re Saran e quindi madre della stessa Amari e del principe Inan.


"Ora vedo la verità. Fingiamo che la fonte del nostro dolore sia la magia quando invece ogni marciume di questo regno inizia e finisce con noi. Non ci si può fare nulla."


Non proseguo oltre, nel narrare le vicende della storia, perchè non voglio togliere il gusto, il piacere di leggere questo libro che, e lo dico chiaro, è uno dei migliori di questo semestre 2020.
Aggiungo solo che saranno colpi di scena a non finire, e si prepara ad un terzo capitolo che, prevedo sarà una esplosione di emozioni. 
Un fantasty davvero coi fiocchi, se nella sua opera prima (sempre edita da Rizzoli) era stata straordinaria, in questo secondo libro la Adeyemi si è superata: è stata superba.
Leggendo queste pagine, anzi divorandole, ho percepito la maturazione della scrittrice nigeriana e con lei sono maturati i suoi personaggi: la protagonista Zelie, la principessa Amari che avrà un ruolo fantastico e, a mio parere, è il miglior personaggio del libro; ma poi Tzain, Ojore, Mama Agba, e moltissimi altri.
È un romanzo ancora più avvincente, con uno stile di scrittura pieno e vigoroso, ricco di immagini che aiutandovi con la fantasia potrete vedere coi vostri occhi.
Espande un'energia tale che, forse, è magia davvero.
Nelle pagine della Adeyemi c'è tutto: dall'amore e le sue mille sfaccettature, la morte brutale, il profondo senso di appartenenza ad una cultura e civiltà ben delineata, l'amicizia indistruttibile e la cocente amarezza per le delusioni, che vengono quasi sempre dalle persone che ami.
Insomma, un libro veramente eccellente che non vi stancherete di leggere.


VALUTAZIONE




Federico





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