Recensione: Quanto manca per Babilonia? di Jennifer Johnston


TRAMA

Alec, figlio unico ed erede di una ricca e nobile famiglia irlandese, trascorre la sua infanzia sotto l’ala protettiva dei genitori e del precettore, lontano dalle tribolazioni e dalle inquietudini della vita. Presto stringerà amicizia con Jerry, un ragazzo di umili origini con il quale, oltre a condividere la passione per i cavalli e per la natura, comincerà a scoprire le piccole gioie legate alle cose semplici dell’esistenza. La madre di Alec, donna fredda, snob e calcolatrice, si oppone a questa amicizia e spinge il figlio ad arruolarsi nell’esercito britannico per combattere per il proprio re e la propria nazione. Siamo nel 1914 e la prima guerra mondiale sta per scoppiare. Jerry si è già arruolato, ma per imparare l’arte della guerra e metterla al servizio della causa nazionalista irlandese. Il caso vuole che i due si ritrovino nello stesso reggimento, e insieme, questa volta, faranno esperienza degli orrori del conflitto sui campi di battaglia nelle Fiandre. Ma ancora una volta sarà la loro classe sociale a dividerli.


RECENSIONE

"Quanto manca per Babilonia? Venti leghe, mio signore. Giungerem prima di sera? Andata e ritorno, mio signore..."


"Quanto manca per Babilonia?" scritto nel 1974 da Jennifer Johnston, ed edito da Fazi Editore, è uno di quei libri che non possono mancare in ogni buona libreria di casa che si rispetti.
Un romanzo breve, poco più di cento pagine, pieno di intensità e che mai una volta scende nel banale.

La storia inizia con il protagonista, Alexander "Alec" Moore, ufficiale irlandese dell'esercito britannico, che sta aspettando la fine.
Morte per fucilazione, senza dubbio, per aver commesso insubordinazione a dispetto dell'ordine di un suo superiore.
Hanno lasciato a sua disposizione carta, penna e inchiostro perchè, a suo dire, è un ufficiale e un gentiluomo e quindi, nell'attesa, Alec inizia a ricordare il passato e tutto ciò che lo ha condotto fino a questo punto.
Conosceremo, dunque, in una sorta di flashback, la sua infanzia in una famiglia borghese benestante con una madre estremamente apprensiva, opprimente e certa di conoscere sempre il meglio per il figlio, uno dei personaggi peggiori di questo breve romanzo della Johnston; nel contempo vedremo anche un padre privo di carattere e malaticcio, ma che vuole bene, a suo modo, ad Alec.
Quest'ultimo cercherà di evadere da questa vita fatta di solitudine, precettori e buone maniere, ad aiutarlo in questo ci penserà Jerry, ovvero Jeremiah Crowe, amico conosciuto da poco, ma uno di quelli che sai che non troverai mai più nella vita, vero, coi suoi difetti e i suoi pregi e per il quale daresti perfino la vita.
Una amicizia che la madre di Alec cercherà di ostacolare in ogni modo, perchè primo non sono persone dello stesso livello sociale e, poi, quel Jerry ha quel qualcosa di particolare che potrebbe portare Alec su una strada sbagliata.
Ma, in barba a tutto, i due continueranno a frequentarsi, fino ad arrivare alla fatidica chiamata alle armi, in difesa della nazione, nel 1914.
Inizierà un periodo durissimo, irto di difficoltà, entreranno in scena nuovi personaggi come: l'affidabile ufficiale Bennett, il meschino Barry e l'irreprensibile maggiore Glendinning, cuore di ghiaccio, che considera i soldati solo come macchine che devono diventare perfette per il combattimento e dimenticare di essere uomini.


"Forse, se ci avessero considerato uomini sin dall'inizio, non ci sarebbe stata alcuna guerra."

Ma, anche in queste annose situazioni, l'amicizia fra Alec e Jerry, divisi nei gradi dalla loro provenienza sociale, non verrà mai meno, attirando anche qualche invidia di troppo, e porterà ad un crescendo emotivo ed empatico importante che terminerà drammaticamente. 

Un libro, quello della Johnston, che non ti aspetti, malgrado parli di un periodo di oltre cento anni fa, mantiene dei tratti che, se vogliamo, possono essere molto attuali.




VALUTAZIONE



Federico






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