Recensione: Sangue del mio sangue di Roberta De Falco


TRAMA
Un cadavere completamente carbonizzato al volante di un'auto, anch'essa bruciata; nell'abitacolo nulla si distingue dal nero assoluto se non fosse per un particolare, un piccolo e luminoso diamante all'orecchio della vittima, unico indizio per poter risalire alla sua identità. Tutto fa pensare a un incidente finito in tragedia, ma il commissario Elettra Morin, il concorso appena vinto e una gran voglia di dimostrare a se stessa e alla squadra della Mobile di Monfalcone di essere all'altezza, non è disposta a credere alle verità troppo scontate. Quando poi, a poche centinaia di metri, viene ritrovato un uomo nudo, ferito, che fugge da un'auto mezza sfasciata, e tutti pensano di avere in mano il colpevole, Elettra capisce di dover andare oltre le apparenze. La targa dell'auto la porta a un'antica villa patrizia circondata da un suggestivo giardino invaso da rovi. Il proprietario, un anziano collezionista d'arte, e il figlio, legato sentimentalmente alla vittima, restano sconcertati dalla morte della ragazza che fa riaffiorare il dolore per le tante tragedie a cui hanno dovuto assistere tra quelle mura bellissime e infernali. Dissotterrando il passato e cercando di svelare il presente, Elettra scoprirà che la villa nasconde molto più di quanto i superstiti vogliano raccontare. E che il richiamo del sangue è più forte di qualunque arma.

RECENSIONE

“Ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”

Questa, come ben sapete, è una citazione del romanzo “Anna Karenina”, ma che io trovo perfetta per introdurre questo nuovo romanzo di Roberta De Falco. Sarà infatti una famiglia benestante di Monfalcone ad essere al centro dei sospetti su un caso efferato, dei figli che avrebbero potuto avere tutto ma che si sono persi per varie ragioni. Il titolo infatti, fa riferimento proprio ai legami di sangue.


La villa ed i suoi abitanti, sono dunque i protagonisti assoluti del caso affidato alla giovane commissario Elettra Morin. Il corpo bruciato di una donna si ricollega infatti alle vite della famiglia Donda e soprattutto al loro passato, un passato che incide ancora prepotentemente sul presente. Errori fatti inconsapevolmente, dal padre famiglia, Alvise, che ancora hanno strascichi sui suoi figli e sulle decisioni terribili che potrebbero aver preso. Elettra perciò per scoprire la verità, non dovrà fermarsi in superficie, ma scavare in profondità tra segreti e rancori mai rivelati.

“Tutto, in un modo o nell’altro, girava intorno alla villa e ai suoi abitanti. Agli odi e ai rancori, ai segreti occultati da quelle mura.”

L’autrice riuscirà, senza togliere nulla al mistero da risolvere, a farci conoscere bene tutti i personaggi e le loro vicende personali: ad esempio Elettra dovrà venire a patti con i suoi genitori biologici e l’ispettore Tania dovrà combattere contro dei sentimenti inaspettati. 
Il ritmo del romanzo è incalzante, si legge tutto d’un fiato, e ho apprezzato i riferimenti ad alcuni problemi sociali che affliggono l’Italia in questo periodo, tra cui il voler incolpare di qualsiasi malefatta, gli stranieri. Ma…sì, c’è un MA.

Forse sono stata ingannata dal fatto che fosse stato presentato come thriller, cosa che a mio parere in realtà non è, comunque le mie aspettative sono state disattese. La storia nonostante sia ben scritta non mi ha conquistata così come la protagonista Elettra. Un buon giallo sicuramente, ma che a me ha lasciato poco.

VALUTAZIONE


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