Recensione: Non avendo mai preso un fucile fra le mani di Cantaluppi e Puppini


TRAMA

Un libro straordinario che raccoglie storie di donne che rifiutano con coraggio il fascismo e il nazismo e traducono gli ideali politici in azione; donne che spesso condividono con i propri compagni rischi e ideali, per le quali l’amore e la politica sono strettamente uniti; donne che subiscono l’esilio, la prigionia; donne che partecipano alla guerra di Spagna come volontarie, certo, anche se “nessuno va volontariamente in guerra, ma è la necessità che ti porta ad agire e ad imparare cose che non ti saresti mai immaginata di dover, poter o saper fare”. Un affresco appassionante per comprendere anche l’eccezionalità della guerra di Spagna, dove le forze antifasciste di tutto il mondo si unirono e si riconobbero e dove l’antifascismo di ogni tipo e genere trovò nuova ispirazione, forza e vitalità.

RECENSIONE

Finalmente un libro che ci voleva da tempo. Un libro che non dovrebbe mancare in nessuna libreria, soprattutto adesso, in questi periodi in cui quel passato così tragico e oscuro non è poi così lontano. Finalmente due autori che ci danno una nuova visione della guerra e della lotta al fascismo in tutte le sue forme, non più solo dal punto di vista degli uomini ma anche delle donne. Sì perché molte donne, come vedremo, hanno avuto ruoli importanti nella Resistenza e nel difendere i propri ideali. Non sempre con “un fucile fra le mani”, ma attraverso il ruolo di infermiere, ospitando rifugiati e bambini, accettando il rischio di essere catturate e uccise per aiutare attraverso la propaganda o facendo da corrieri. Ecco le parole di una di loro, Tosca Tantini:

“Farò del mio meglio per essere utile, sebbene non sia un guerriero, non avendo mai preso un fucile nelle mani, ma so bene che vi sono tanti altri lavori necessari nella rivoluzione, e non per imboscarsi, perché tanto dell’esistenza nostra sebbene necessaria in certi momenti, ma in un mondo così brutto in cui viviamo non è nient’affatto felice e d’orgoglio viverci.”

Parole forti quelle di Tosca, che rappresentano bene il pensiero di queste donne, ragazze, figlie o sorelle, che decidono di combattere per i loro ideali, per un futuro migliore. Perché noi donne non siamo spettatrici della vita ma possiamo agire con la stessa forza, o forse anche di più, di quella degli uomini. Queste donne, le loro storie ce lo insegnano. C’è chi incinta e con altri due figli piccoli aiutava il marito, chi ha lasciato la propria casa e il proprio lavoro per seguire il compagno in Spagna e combattergli accanto o addirittura alcune, guerriere fino in fondo, restavano in prima in linea, temerarie e forti così come i loro uomini. Il ruolo delle donne non era per niente marginale, avevano compiti di estrema importanza, dirigevano ospedali, asili, giornali propagandistici. E nonostante spesso fossero catturate, internate, torturate non si arrendevano. Non accettavano in silenzio il loro destino, facevano valere i propri pensieri. Un esempio, in questa società dove tutti sono indignati ma nessuno agisce.


Questo libro però, ha la sensibilità di non soffermarsi solo sulle combattenti, ma anche su coloro che ebbero la forza e il coraggio di lasciare andare i loro mariti e di restare, lavorando e crescendo i propri figli da sole, ospitando i rifugiati nelle loro case sotto la minaccia costante dei fascisti. Ecco le parole di Venanza Gagliardi:

“Mio marito, partì per la Spagna lasciandomi sola, ma ero convinta che le sue idee erano giuste e malgrado il grande dolore di saperlo partire in quella guerra atroce dovetti anche lì accettare…”

I due autori in un elenco alfabetico, con tanto di foto e stralci di alcune lettere, ce le presentano una per una ed è davvero emozionante osservare quei visi, quei sorrisi delicati che in realtà nascondevano un’anima capace di lottare senza timore ogni tipo di repressione.

VALUTAZIONE


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