Recensione: La maledizione delle ombre di Jean-Christophe Grangé



TRAMA

A Parigi è notte fonda. Per le strade non si scorge anima viva e i quartieri sono immersi in una spettrale immobilità. Tutti tranne uno. Nel X arrondissement, in uno dei night club più frequentati, si è da poco consumato l’omicidio di una ballerina, il cui corpo è stato orrendamente sfigurato. Il primo a raggiungere la scena del delitto è il comandante della Brigata criminale Stéphane Corso, convinto di trovarsi di fronte all’ennesima indagine di routine. Ma questa volta si sbaglia. Perché la ballerina è solo la prima vittima di un serial killer del tutto fuori dal comune: per i suoi crimini sceglie giovani donne con un passato segnato da violenze e abbandoni e con il suo modus operandi cerca di riprodurre alcuni dipinti del pittore Francisco Goya. Una mente difficile da decifrare, soprattutto se gli omicidi si moltiplicano e le prove si fanno così evanescenti da depistare la polizia. Corso e la sua squadra navigano in acque stagnanti, sempre più confusi e lontani dalla soluzione del caso, finché si fa avanti un anziano poliziotto che consegna a Corso un voluminoso fascicolo: contiene verbali di trent’anni prima che documentano un assassinio identico a quelli recenti e lasciano intravedere una nuova pista. Sulle tracce di un uomo che da presunto colpevole si trasforma ben presto in astuto antagonista, Corso affronta una progressiva discesa nel cuore oscuro dell’agire umano. Scoprirà che un assassino può nasconderne un altro e che la realtà può trasformarsi in un incubo senza fine.


RECENSIONE


Estate 2016.
Due efferati omicidi sconvolgono Parigi.

Nel giro di poche ore, infatti, vengono trovati i cadaveri di due spogliarelliste uccise con lo stesso modus operandi: bocca tagliata da orecchio a orecchio, un sasso conficcato in gola e legate in maniera particolare con la loro biancheria intima.
Le indagini vengono affidate alla squadra della sezione "Trentasei" guidata dal comandante Stèphane Corso, un poliziotto con un discreto senso della giustizia, ma "a modo suo", diciamo.
L'inchiesta parte con varie difficoltà.
Difatti, gli interrogatori e i sopralluoghi nei vari arrondissement della capitale francese non portano a nessun risultato concreto, ma quando tutto sembrava perduto ecco arrivare un poliziotto in pensione che crede di riconoscere il modo di agire di questo serial killer e comparandolo con un altro delitto, avvenuto nel 1987, con pressappoco le stesse modalità di azione, insinua una pulce nell'orecchio del comandante Corso.

“Contrariamente a quanto si racconta, i poliziotti non dimenticano mai niente, anzi, i loro ricordi costituiscono il principale materiale di lavoro”

Tutta l'indagine converge quindi verso un unico, principale indiziato: Philippe Sobieski.
Sobieski è un pittore affermato, a livello nazionale e oltre, rilascia interviste e veste in maniera eccentrica come tutti gli artisti.

Nasconde però un passato terribile fatto di violenze, furti, stupri e l'omicidio dell'87. Proprio nei suoi anni di carcere ha sviluppato questa sua passione, morbosa, per la pittura.
La fonte di ispirazione per Sobieski è il famoso artista spagnolo Francisco Goya.
Soprattutto le "Pinturas Negras", difatti, le due vittime ritrovate in quel modo ricordano da vicino alcune opere di Goya.
Questo e molto altro, che non posso certo rivelare, spingeranno la squadra del "Trentasei" a tradurre in carcere nuovamente il pittore.

Una volta giunti a processo tutto sembra andare per il meglio, un buon successo per Corso e i suoi uomini, ma col passare dei giorni e con l'arrivo di un irreprensibile avvocato, in difesa di Sobieski, qualcosa inizia a non quadrare più, tutte le certezze di Corso iniziano a sgretolarsi e nulla sembra più così chiaro...


Il nuovo thriller di Jean - Christophe Grangè, "La maledizione delle ombre", edito da Garzanti, è uno di quei libri che non vorresti più smettere di leggere talmente è coinvolgente. Il legame che si crea fra la storia narrata, i personaggi che ne fanno parte e il lettore è talmente forte che una volta terminato si prova, o almeno io ho provato, un gran senso di vuoto.

Il protagonista Stèphane Corso è un poliziotto duro, violento con alle spalle un passato difficile, ma con un innato senso del dovere e pronto a tutto pur di raggiungere il giusto risultato. Un uomo tenace che trae ancora più forza dalla sua squadra di agenti e ispettori preparatissimi, fra tutti Barbara la collega alla quale è più legato, una amica vera che c'è sempre per lui e lo supporta in ogni momento. 

Ma Grangè tratteggia in maniera superba anche il sospettato serial killer Sobieski, questa sua megalomania di artista, il voler somigliare sempre di più con il suo stile a Goya, questa arroganza nel difendersi sempre e comunque dalle accuse e dichiararsi ogni volta innocente, fanno di lui un personaggio davvero interessantissimo.
Personaggi strutturati così bene come Corso sono talmente coinvolgenti che non riesci a non empatizzare malgrado il passato e i modi un pò bruschi di agire.

“La violenza era come una brutta influenza di cui non riusciva a liberarsi.” 

Un libro che ti brucia internamente, l'inchiesta che sembra indirizzata verso un binario poi si capovolge continuamente fino al terribile finale. 
Il male si annida in ogni persona, anche in quelle che meno ti aspetti.

Ed è proprio questo il bello del romanzo di Grangè, quando pensi di aver capito tutto e ti sei creato un'aspettativa valida, come fa anche il protagonista Corso, all'improvviso tutto si spezza e devi ricominciare dall'inizio. 
Un libro che coinvolge, avvolge e stravolge. Uno dei thriller migliori dell'anno.
Una scrittura serrata, a volte con un linguaggio forte ma le circostanze non permettono altro, comunque scorre che è davvero un piacere.

Purtroppo non conoscevo Jean - Christhope Grangè, ora cercherò in ogni modo di poter recuperare tutti i suoi romanzi precedenti e se sono in minima parte della stessa caratura di questo, credo che non resterò mai deluso.
In conclusione è un libro che non consiglio, ma stra - consiglio, a tutti gli amanti del thriller ben scritto.


VALUTAZIONE




Federico


Commenti

Post popolari in questo blog

Recensione: I bambini di Svevia di Romina Casagrande

Recensione: Il mio Iraq di Dario Petucco

Recensione: Il primo istante con te di Jamie McGuire