Recensione: Skin di Loretta Grace


TRAMA

Zara ha vent’anni, i capelli rossi come il fuoco e una bellezza rara. Lei, però, quando si guarda allo specchio vede solo e soltanto “la goffa lentigginosa”, come i compagni di scuola la chiamavano quand’era bambina. Frequenta l’università senza slancio, non sentendosi mai all’altezza delle aspettative né della madre, donna tanto in carriera quanto assente, né della nonna materna, esigente e severa, che non perde mai occasione per criticarla. Non vede suo padre da molti anni, non sa perché se ne sia andato. Ma da lui ha ricevuto la passione per il teatro, che la spinge a lavorare come tuttofare in un famoso teatro milanese.

Qui si trova alle prese con un mondo popolato da registi nervosi che la rimproverano per un nonnulla e attori prepotenti e invidiosi che si fanno la guerra. Ma al centro di quel microcosmo delirante, come l’occhio del ciclone, c’è Liam Nelson, il protagonista dello spettacolo, attore sudafricano dalla pelle scurissima, appassionato di trucco e fotografia. Zara prova subito una strana attrazione per lui, che è solido, sicuro, caldo: tutto quello che lei non riesce a essere. Anche il bello e invincibile Liam, però, nasconde ai riflettori un’enorme fragilità, determinata dalle sue insicurezze, dalle passioni controverse e soprattutto dal difficile rapporto col padre. I due iniziano a parlarsi, a confidarsi, a svelarsi per quello che sono davvero, creando un legame avvolgente, caldissimo. Da questo contatto, sensuale e innocente al tempo stesso, prenderanno la forza per dare una svolta alle rispettive vite. 

RECENSIONE

Inizio questa recensione esprimendo rammarico: una donna come Loretta Grace, sempre attiva per il sociale, dinamica e smart poteva, a mio parere, scrivere un romanzo molto più profondo, molto più coinvolgente, ma non è stato così.

La base per un buon romanzo ci sarebbe stata: Loretta infatti non si mette a raccontare la solita storia d’amore un po' scontata tra una ragazza impacciata ed un attore famoso, ma anzi si sofferma su problemi come la difficoltà ad accettarsi per quello che si è, con tutti i nostri difetti, ma anche farsi accettare in una società dove tutto ciò che è diverso fa paura. Attraverso Zara, che piano piano riuscirà a smettere di sentirsi inferiore e a vedersi bella, con le sue lentiggini e i capelli rosso fuoco e Liam, denigrato e preso in giro, per il suo amore per il make – up, Loretta cerca di tramettere dei messaggi importanti soprattutto sull’amare sé stessi e non fermarsi mai all’apparenza.


Ma purtroppo, a mio parere, questo romanzo non funziona e alla fine mi ha lasciato poco. Il più grande problema è la scrittura che ho trovato troppo superficiale, poco profonda e stimolante. Inoltre, non c’è una caratterizzazione dei personaggi più corposa ed è infatti difficile entrare in sintonia anche con la stessa protagonista. Oltre a queste due pecche, secondo me, identificare come difetto di cui vergognarsi una caratteristica come le lentiggini, mi sembra davvero assurdo e poco educativo. Soprattutto da parte di una persona come Loretta, che è diventata un punto di riferimento per i giovani italiani di seconda generazione.

È vero anche che questo è il suo romanzo d’esordio, forse ci stupirà con un secondo tentativo!

VALUTAZIONE



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